Ce n’eravamo accorti, le cose le sappiamo vedere e, a volte, le cose hanno la delicatezza di “darci”ragione. Così è accaduto con il tanto bistrattato modulo mazzarriano, quel 3-5-2 ormai superato, quello schema pericoloso per le coronarie e che mai aveva premiato veramente chi lo adottava.
Ma ora le cose sono cambiate, e la Juve di Conte l’anno scorso lo ha dimostrato. Con quel modulo si poteva vincere, e si è vinto. Loro il tricolore, noi la Coppa Italia. E’ il modulo dell’aggressività per eccellenza, della velocità sulle corsie, è lo schema che permette di catturare la palla a centrocampo e che espone i difensori.
Uno schema che entusiasma per la veemenza, per le sovrapposizioni continue, che vuole pomoni d’acciaio e muscoli forti, vuole snergie collaudate, movimenti non improvvisati. E’ la sintesi di un calcio scientifico e meno tecnico, di un calcio moderno dove i giocatori invece di correre devono sfrecciare.
E Mazzarri veniva messo in croce, gli di diceva che lo praticava solo lui, che tutte le più grandi squadre giocavano con la difesa a quattro.
Oggi le cose sono cambiate, e molti fanno un mea-culpa segreto. Proprio oggi Pasquale Marino, tecnico dalla spiccata propensione offensiva, intervenedo ai microfoni di Radio Marte ha detto “Il 3-4-3 è un sistema di gioco che mi è sempre piaciuto; sono convinto che sia bello da attuare se ci sono gli interpreti giusti. Ora è diventato molto diffuso, mentre cinque anni fa in Europa si giocava quasi sempre a quattro. Molti si sono convinti vedendo il Napoli“.
E se lo ha detto un allenatore preparato c’è poco da aggiungere.
Carlo Lettera
Fonte foto adrianobacconi.it