Asse Napoli-Udine, crocevia di calciatori, tra passato e futuro

Il sodalizio tra la Famiglia Pozzo e De Laurentiis è una delle certezze di questo quinquennio che ha visto la società partenopea crescere in maniera esponenziale, fino a raggiungere, forse anche a superare, le velleità dei friulani, da tempo relegati un una fascia medio alta, che nasconde troppo spesso luci ed ombre, e che non riesce mai a spiccare il volo verso traguardi importanti. Eppure queste due società hanno trovato molto frequentemente spunti che le hanno messe sullo stsso piano, o per meglio dire, hanno finalizzato un feeling che molte altre non hanno instaurato, nonostante approcci durati anni.

L’idillo è forse nato dall’acquisto di Quagliarella, suggellato da quello di Inler, passando per Domizzi, ma anche da clamorosi rifiuti, come quello di Di Natale, napoletano doc ma adottato dal Friuli in maniera così viscerale da rifiutare la possibilità di essere profeta in patria. Gli ex di turno si completano con Mesto e De Sanctis, ad Udine negli anni più verdi della propria carriera, lanciati nel calcio che conta dai bianconeri, passati alla storia come una delle società con uno scouting invidiabile, in grado di consentire ai giovani di proiettarsi nelle alte sfere calcistiche, passando per quella che a tutt’oggi e definito “l’eden per un calciatore”, una piazza ideale per crescere ed esplodere. La famiglia Pozzo lo ha capito da diversi anni, e puntualmente è in grado di sfornare giovani sconosciuti, valorizzandoli e consentendo così un rientro economico senza precedenti. Il re delle plusvalenze, potrebbe definirsi patron Gino, che con De Laurentiis ha formalizzato una sinergia atta a proiettare Napoli e Udinese alla conquista delle grandi del campionato, le tre sorelle (Juve, Milan ed Inter), senza dimenticare i parenti stretti (Roma, Lazio, Fiorentina), sempre in agguato e mai domi.

Tutto ciò alimenta le ipotesi di ulteriori operazioni future, in virtù degli ottimi rapporti costruiti con anni di fiducia e stima reciproca, consolidata da operazioni chiuse nel giro di pochi giorni, dimenticando le telenovelas dei quotidiani, operando coerentemente, nel giusto spirito collaborativo che contraddistingue due società sane e volte con lo sguardo al futuro. Restano pertanto sempre valide le piste che portano a giocatori come Benatia, come Armero, accostati in tempi non sospetti alla compagine partenopea, senza dimenticare Muriel e Cuadrado (quest’ultimo girato in prestito alla Fiorentina), altri nomi di grido dell’ultimo mercato. Insomma, batti quando il ferro e caldo, potremmo dire, anche se la parsimonia e la cura dei dettagli sono principi imprescindibili per Aurelio, fautore e cultore del mercato low cost e della salvaguardia delle casse azzurre, in nome del fair play finanziario. Ma quando l’operazione passa per Udine, ci sarà sempre una corsia preferenziale.

 

 

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