Beppe Viola, 30 anni fa moriva un pezzo di giornalismo

Nel 1939 nasceva a Contursi Terme in provincia di Salerno Beppe Viola, un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel giornalismo italiano e non solo. Era un tipo fuori dagli schemi: all’inizio della sua carriera in molti gli dicevano che con il brutto carattere che si ritrovava non avrebbe fatto una grande carriera.

Per fortuna questi giudizi erano sbagliati e dopo tanta radio, la sua grande passione, è passato in Tv.
All’età di 22 anni approda in Rai dove, con la sua stravaganza, riesce a far arrabbiare i molti tifosi milanisti: ogni volta perdonato perché era proprio uno di loro, uno di quelli che da “tifoso” puntualmente criticava le partite durante la Domenica Sportiva. Un episodio che lo ricorda e lo ricorderà per sempre fu l’ intervista fatta a Gianni Rivera su quel famoso tram numero 15 pieno zeppo di persone, proprio per dimostrare che era un tipo che si voleva distinguere dagli altri con l’obiettivo di lasciare il segno e dare qualcosa in più al mondo del giornalismo sportivo. Purtroppo la morte non guarda in faccia a nessuno, non vede se sei giovane, se hai fatto qualcosa nella vita, quando deve colpire ti colpisce. All’età di 43 anni, mentre era occupato al montaggio di Inter – Napoli negli studi Rai di Milano, carico più che mai per una nuova diretta alla Domenica Sportiva, che purtroppo non ha mai più fatto, un ictus fulmineo lo spense per sempre.

In quella sera un pezzo di giornalismo è andato via, ma di sicuro tanto di lui è rimasto.

Ancora oggi tanti giovani che si avvicinano al mondo del giornalismo prendono esempio da quest’uomo pieno di difetti che in fin dei conti l’hanno reso speciale.

 

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